Sicuramente qualcosa non funziona, ed è che l’uomo nella sua essenza e nella sua emotività viene dimenticato per un sistema perverso basato esclusivamente sulla moneta e sulle sue aride celebrazioni.
All’umanesimo scientifico, giuridico e letterario si è sostituito, in una specie di controriforma rigida e cupa, un mostro intoccabile e venerato come divinità , di natura però perfida e punitiva, che non trova riscontro mitologico in alcuno dei Numi dell’Olimpo, nemmeno in Mercurio, e tantomeno storico in alcun Dio di tutte le epoche successive.
Credo che gli addetti alla finanza, specialmente se anche banchieri, lasciati a se stessi, avvitati nei propri numeri in una sorta di autismo contabile, siano tendenzialmente ed ineluttabilmente i più grandi affossatori dell’umanità, perché estremamente distanti dalle pulsioni sociali e dal reale corso della vita.
L’economia iniziò con lo scambio, proseguì con la creazione di un oggetto simbolico abilitato a circolare al posto della roba, proseguì ancora con delle varianti e deviazioni che attribuirono a quel circolante una pluralità di funzioni, fino alla convenzione che il denaro può generare carta, carta che genera carta e anche semplici numeri che appaiono negli schermi, carta e numeri che puoi comprare e vendere senza possederli, in una spirale snaturante la funzione primaria del denaro, e cioè il pagamento in cambio di produzione e di lavoro.
Il problema dei problemi è comunque costituito dalla limitazione della moneta in corso, non si può stampare moneta in quantità infinita, e mentre la finanza anche oggi ne assorbe la maggior parte per farla volare in tutto il mondo, la quota destinata alle opere e al lavoro diminuisce sempre di più, creando disoccupazione e povertà. La finanza in realtà ha sempre imperato, anche molti Re divennero suoi schiavi, basta ricordare le masse di denaro per le guerre procurate loro dai banchieri tra il XIV e il XVI secolo, primo fra tutti a Carlo V, sul cui impero non tramontava mai il sole, ma che si reggeva su di un enorme e vorticoso giro giornaliero di cambiali e di altri titoli di credito destinati ad essere trasformati in liquido mediante operazioni di sconto a tassi di rischio molto sostenuti.
Oggi poi con la globalizzazione, con la telematica, e con tutti i processi virtuali di comunicazione e di conoscenza sempre più sofisticati e basati su stimoli di accelerazione, e con i dati che viaggiano in tempo reale da un capo all’altro del mondo, siamo divenuti preda della speculazione e dello strozzinaggio planetari, in un sistema senza più controllo, in cui poche potenti centrali finanziarie riescono a decidere del destino monetario dei paesi più deboli, e quindi del destino economico e sociale di intere comunità.
Così mentre Dio creò l’Universo con l’acqua e la terra, gli alberi ed i monti, la luce e i colori, inserendovi gli esseri viventi dal provvisorio e precario destino, l’uomo, la più stramba e forse più malvagia delle sue creature, e forse anche la più stupida, nella vana brama di accumulo di potere come se non dovesse mai morire, e nel tentativo di consolidarlo, s’è costruito intorno una enorme ragnatela di leggi e di regole da cui oggi è sovrastato e reso schiavo, con l’aggravante per alcuni paesi di essere divenuti ostaggio di attori inanimati come il pil, la forbice ed il bilancio dello stato e – quel che è più grave – di eteronorme, come succede all’Italia con quelle europee, che vanno sempre più sostituendo le norme interne in forza di avvenute cessioni di sovranità.
Ma fra un po’ anche la moneta europea, che fu introdotta in Italia con una operazione che dimezzò il potere di acquisto, farà parte della archeologia finanziaria, sia perché molti paesi membri vorranno tornare indietro per insofferenza verso lo strapotere della Commissione, sia per l’avanzare delle economie di paesi nuovi ed immensi come l’India e la Cina, fonti certe di soffocamento della stagnante condizione dell’Europa.
Allora, per perpetuare il loro malefico potere, banchieri ed operatori della finanza saranno costretti a volare sempre più in alto, e a costruire un qualcosa di monetario spaziale e universale, che trovi la sua regola in norme di carattere extraterrestre collocate fuori dai confini legislativi del nostro pianeta; per porre tali vincoli questi operatori, con le loro valigette rigide e le scarpe gialle scricchiolanti fatte a mano, si riuniranno in un prestigioso Hotel tra Venere e Marte, in una piattaforma nell’etere, a studiare come comprimere i diritti umani anche in quegli spazi, dove la quotazione della moneta delle maggiori borse del mondo diverrà una voce roca, come quella dell’altoparlante di un mercato rionale, obsoleta e persa nel rapporto tra il sistema monetario solare e il sistema monetario stellare.
Ma vi è qualcosa che ci difenderà dalla loro arida azione e che essi non potranno mi dirigere, ed è la storia dell’idea, dell’anima, della flessibilità’ del pensiero, della speranza , dell’irrazionale, dell’ignoto, dell’immenso, della relatività e della fede, una storia che nasce e muore con ogni uomo, una storia quindi che si rigenera continuamente, e per questo eterna e insopprimibile.

Luciano Magnalbò